Correva L’anno 2000. come i precedenti anni, per Natale 1999 avevamo fatto il presepio in chiesa a San Carlo, questa volta costruendo una imponente struttura ad archi.
Visto il lavoro ci è venuta l’idea, approvata dall’allora parroco Don Gianni, di mantenerla e di creare un presepio Pasquale.
ecco una foto (purtroppo ho solo questa)
Presepio pasquale 2000 parrocchia di San Carlo Mogliano Veneto
Poi siamo finiti sui giornali!
questo è l’articolo pubblicato sulla tribuna di Treviso in data 22 aprile 2000, a firma di Michela Santi:
Presepio pasquale 2000 parrocchia di San Carlo Mogliano Veneto
A Natale è quasi un luogo comune ma a Pasqua finisce per incuriosire. Cosi i giovani della parrocchia S.Carlo di Mogliano che hanno realizzato il primo presepe di Pasqua della provincia vanno fieri della loro sperimentazione.
La tecnica usata è la stessa delle miniature realistiche del presepe inventato dal Poverello di Assisi, ma in scena non ci sono più il bambino nella mangiatoia, il bue e l’asinello bensì il giardino del Getzemani, il Golgota con le tre croci (quella con Gesù viene dall’Istituto Gris) e il sepolcro. Per quest’anno niente figure e statuine, non esistono in commercio i personaggi della passione.
In attesa della prossima edizione più completa, il gruppo degli otto giovani creativi si sono concentrati sul paesaggio ricreato con attenzione ai minimi particolari e fedeltà alle indicazioni del Vangelo. Sullo sfondo le mura di Gerusalemme in cartongesso. sono riprodotte secondo le indicazioni di alcuni libri comprati in Terra Santa dalle suore di Santa Maria Assunta di Mogliano.
Tra i motivi simbolici di valore la riproduzione della Sindone con l’aiuto di internet su una minuscola tela lasciata nel sepolcro. “Ho trovato l’immagine nel sito www.sindone.com – spiega Paolo Padovan – l’ho stampata su carta termotrasferente e poi l’ho stirata su tela”. Vicino al sepolcro dei piccoli fiori simboleggiano la vita, in un paesaggio decisamente brullo.
“E’ stato il parroco Don Gianni ad avere l’idea di una rappresentazione della passione – spiega la coordinatrice, esperta di restauro, Eva De Lazzari – da cinque anni facciamo il presepe a Natale ma quest’anno abbiamo realizzato un bel supporto ad archi in cartongesso, progettato dal nostro ingegnere Gigi Basso che ci dispiaceva non utilizzare”.
Il Getzemani è un bosco di rami d’ulivo spezzati. Per salire al Golgota si attraversa un rigagnolo forse realmente esistente. L’acqua è regolata con pompe da acquario e finisce in un laghetto impermeabilizzato con vernice e colore acrilico. Le montagne sono realizzate su struttura in legno e rete rivestita di sacchi di iuta imbevuti di gesso e dipinti. “Non è stato facile creare i luoghi senza modello – continua Eva – ognuno metteva la sua Idea, poi dovevamo raccordarci”. “La parrocchia ha accolto bene la novità – commenta Don Gianni – i fedeli apprezzano le cose semplici”.
e’ apparso anche un breve trafiletto sul Gazzettino credo: